I numeri dell'industria nautica e navale italiana (edizione 2025)
di Guido Piga
L’industria nautica e navale è un pilastro fondamentale dell’economia italiana, posizionando il nostro Paese come leader mondiale nella costruzione di yacht, superyacht e grandi navi da crociera. Un’eccellenza radicata nella storia: l’Italia ha trasformato le tradizioni delle Repubbliche Marinare in un motore economico e tecnologico globale. Innovazione e capacità di anticipare il futuro consolidano oggi il Made in Italy come simbolo di qualità e competenza.
Cipnes Gallura e UniOlbia hanno analizzato questi due settori strategici per l’economia nazionale, esaminando dati su fatturato, export e specializzazioni, con l’obiettivo di riflettere sul futuro della nautica e della navale. Questa analisi ha l'obbiettivo di evidenziare le opportunità del settore e a sottolineare l’importanza di formare nuove competenze, un impegno concreto portato avanti a Olbia grazie al nuovo corso di laurea in Ingegneria Navale offerto dall'Università di Cagliari con il supporto del consorzio UniOlbia.
L'industria nautica italiana
Nel 2023, l'industria nautica italiana ha raggiunto un nuovo record, con un fatturato complessivo di 8,3 miliardi di euro. Questo risultato, che include la produzione di barche e yacht, il refit e rimessaggio e la realizzazione di motori e accessori, supera il precedente massimo storico di 6,2 miliardi di euro registrato nel 2007, come riportato nell’analisi annuale di Confindustria Nautica.
La costruzione di imbarcazioni
La costruzione di imbarcazioni da diporto e sportive, che comprende yacht e superyacht, barche a vela e battelli pneumatici, si conferma il primo comparto dell'industria nautica per ricavi e uno di quelli trainanti dell’economia italiana.
Nel 2023, questo comparto - parte della cantieristica nautica - ha registrato un fatturato di oltre 5 miliardi di euro, secondo i dati pubblicati dall'Istat e analizzati da Cipnes Gallura e UniOlbia.
La produzione per segmento
Il comparto della produzione è suddiviso in quattro segmenti principali: imbarcazioni a vela, imbarcazioni pneumatiche, imbarcazioni a motore e yacht, oltre alla categoria "altre imbarcazioni".
Tra questi, la produzione di yacht e superyacht domina nettamente, in base all'analisi sui dati Istat:
- Yacht e superyacht: nel 2023, hanno generato ricavi pari a 3,91 miliardi di euro, in aumento del 19,2% rispetto al 2022 e del 139% rispetto al 2013, consolidando la leadership italiana a livello globale.
- Imbarcazioni a vela: con 832,5 milioni di ricavi, hanno registrato un calo dell’8,3% rispetto al 2022 ma un aumento straordinario del 411% sul 2013.
- Imbarcazioni pneumatiche: il segmento ha prodotto ricavi per 169,7 milioni, con una crescita del 46,5% rispetto al 2022 e del 74,2% rispetto al 2013.
- Altre imbarcazioni: il segmento ha raggiunto 186,6 milioni di ricavi, in calo del 5% sul 2022 ma in crescita del 16,5% rispetto al 2013.
Le principali società della produzione
Le maggiori società italiane dominano il mercato mondiale degli yacht e dei superyacht. Secondo l'analisi di Cipnes e UniOlbia sui loro bilanci, i primi sei gruppi industriali italiani della nautica hanno prodotto complessivamente 3,5 miliardi di ricavi, pari al 71% al fatturato complessivo del settore. Vediamo nel dettaglio i risultati
Ferretti Group
Il gruppo Ferretti, con sede a Cattolica (Ravenna) e fondato nel 1968, è il primo in Italia per ricavi, che nel 2023 si sono attestati a 1 miliardo 134 milioni di euro, distribuiti tra yacht fino a 30 metri (491,7 milioni di euro), yacht da 40-43 metri (440,3 milioni di euro) e yacht da 44-95 metri (117,6 milioni di euro). L’EBITDA adjusted del gruppo Ferretti è stato di 169,2 milioni di euro. L'EBITDA margin è stato del 15,2%.
I marchi principali includono Pershing, Riva, CRN e Custom Line. Il gruppo ha i suoi stabilimenti produttivi a Sarnico (Riva), Ravenna (Ferretti), Forlì (Wally, Itama, Ferretti), Cattolica (Ferretti), Mondolfo (Itama, Pershing, Custom Line), Ancona (Riva, CRN, Pershing, Custom Line), La Spezia (Riva). La quota di controllo è del gruppo cinese Weichai. L'AD è Alberto Galassi.
Azimut-Benetti
Il gruppo Azimut-Benetti, con sede ad Agliana (Torino) e fondata nel 1969, è il secondo in Italia per ricavi e il primo al mondo per la costruzione di superyacht. Nel 2023, ha generato un fatturato di oltre 1 miliardo di euro, suddiviso tra yacht da 13 a 38 metri (604,6 milioni di euro), superyacht da 37 a oltre 100 metri (405,4 milioni di euro) e attività di refit (43 milioni di euro). L'EBITDA del gruppo Azimut-Benetti è stato di 173,8 milioni, secondo i dati di Cerved. L'EBITDA margin è stato del 15,1%.
I marchi principali sono Azimut e Benetti. Il gruppo ha stabilimenti produttivi ad Agliana (Azimut), Savona (Azimut), Viareggio (Azimut sopra i 24 metri e Benetti dai 24 ai 100 metri), Livorno (Benetti per dai 24 ai 100 metri), Fano (Azimut) e Itajai in Brasile (Azimut). La quota di controllo è della famiglia Vitelli. Giovanna Vitelli, figlia del fondatore Paolo, è l'AD.
Sanlorenzo
Il gruppo Sanlorenzo, con sede a Ameglia e fondata nel 1958, è il secondo produttore al mondo di superyacht e il terzo in Italia per ricavi, che nel 2023 sono stati di 840,2 milioni di euro, distribuiti tra yacht da 24 a 40 metri (510,6 milioni di euro), superyacht da 44 a 73 metri (238,3 milioni di euro) e Bluegame (91,3 milioni di euro). L'EBITDA del gruppo Sanlorenzo è stato di 157,8 milioni. L'EBITDA margin è stato del 18,8%.
I principali marchi sono Sanlorenzo e Bluegame. Il gruppo ha stabilimenti produttivi a Ameglia (La Spezia), Viareggio, Massa e La Spezia (superyacht). La quota di controllo è di Massimo Perotti, che è anche il Presidente
The Italian Sea Group
Il gruppo The Italian Sea Group, con sede a Marche, nel 2023 ha registrato un fatturato di 360,3 milioni di euro, con una produzione concentrata su imbarcazioni oltre i 50 metri (254,6 milioni di euro), yacht tra 30 e 50 metri (35 milioni di euro) e yacht sotto i 30 metri (28,6 milioni di euro). L'EBITDA del gruppo è stato di 161,9 milioni. L'EBITDA margin è stato del 17%.
I principali marchi sono Perini Navi, Admiral, Tecnomar, Picchiotti. Gli stabilimenti sono a Marina di Carrara. La quota di controllo è di Giovanni Constantino, che è anche l'AD.
Overmarine
Overmarine, società con sede a Viareggio, nel 2023 ha generato 199,6 milioni di euro di ricavi. Fra i suoi marchi Mangusta. L'EBITDA è stato di 40,1 milioni. L'EBITDA margin è stato del 20%. La quota di controllo è della famiglia Balducci. L'AD è Maurizio Balducci.
Baglietto
Baglietto, con sede a La Spezia, ha avuto un fatturato di 139 milioni. L'EBITDA è stato di 9,1 milioni. L'EBITDA margin è stato del 6,5%. La quora di controllo è della famiglia Gavio (investitori nelle infrastrutture come l'autostrada Torino-Alessandria-Piacenza). L'AD è Bernardo Magrì.
L'export della nautica
Il successo dell'industria nautica italiana è trainato principalmente dall'export delle imbarcazioni. Nel 2023, secondo i dati dell'Istat analizzati da Cipnes e UniOlbia, le esportazioni di "imbarcazioni da diporto e sportive" sono state pari a 4 miliardi di euro, in aumento del 15,7% sul 2022.
- Secondo le analisi di Confindustria nautica, l'export rappresenta il 90% della produzione totale, percentuale stabile e consolidata fin dal 2013. I principali mercati di destinazione nel 2023 sono stati:
- Stati Uniti: 773 milioni di euro (+1,2% sul 2022)
- Isole Cayman: 587 milioni di euro (+59,5%)
- Francia: 421 milioni di euro (+6,5%)
- Regno Unito: 381 milioni di euro (-7,6%)
- Malta: 235 milioni di euro (+31,1%)
- Isole Marshall: 226 milioni di euro (+109,45%).
La crescita dell'industria nautica ha seguito un percorso costante negli ultimi decenni, con un incremento del +370,9% delle esportazioni dal 2000, passando da 850 milioni di euro ai 4 miliardi di euro nel 2023, secondo l'analisi di Confindustria nautica.
L'export italiano per segmento
Vediamo il valore delle esportazioni per principali segmenti nel 2023, secondo i dati dell'Osservatorio Economico del ministero degli Esteri analizzati da Cipnes e UniOlbia:
- Imbarcazioni più lunghe di 24 m: 2 miliardi
- Imbarcazioni tra 7,5 m e 24 metri: 1,4 miliardi
- Panfili e altre navi e imbarcazioni da diporto più lunghi di 7,5 m: 109,2 milioni
- Imbarcazioni pneumatiche (gommoni), anche a scafo rigido, da diporto o sportive: 98,7 milioni
- Barche a vela, con o senza motore ausiliario, fra 7,5 m e 24 m: 92,3 milioni
- Imbarcazioni a motore fuoribordo, da diporto o sportive più corte di 7,5 m: 39,9 milioni
Italia primo produttore mondiale di superyacht
Secondo il Global Order Book 2024 di Boat International, l’Italia è leader mondiale nella produzione di superyacht, con 600 unità in costruzione (54% della produzione mondiale), superando di gran lunga la Turchia (132 unità) e il Regno Unito (93 unità).
Nella classifica delle prime 18 società per lunghezza dei progetti, ben 7 sono italiane:
- Azimut-Benetti al primo posto con 167 progetti per 6.014 metri
- Sanlorenzo al secondo posto con 132 progetti per 4.503 metri
- The Italian Sea Group al quinto posto con 24 progetti per 1.374 metri
- Overmarine all'ottavo posto con 28 progetti per 1.151 metri
- Baglietto al dodicesimo posto con 19 progetti per 896 metri
- Cantiere delle Marche al quindicesimo posto con 17 progetti per 652 metri
- Palumbo al sedicesimo posto con 12 progetti per 599 metri
Dalla classifica manca Ferretti, che non fornisce i dati.
Upgrade 2025. Nel mese di dicembre 2025, Boat International ha pubblicato il Global Order Book 2025. La nuova pubblicazione vede l'Italia sempre in posizione leader. Azimut-Benetti si conferma al primo posto con 164 progetti (5.905 metri), Sanlorenzo al secondo con 125 progetti (4.448). The Italian Sea Group scala la classifica, passando dal quinta alla quarta posizione con 22 progetti (1.356 progetti).
Il numero di superyacht al mondo
Secondo lo studio The State of Yachting 2024 di SuperYacht Times, la flotta mondiale è composta da 5.787 superyacht, che sono classificati con una lunghezza maggiore di 30 metri). Rispetto al numero del 2022, c'è stato un aumento del 5%: 232 superyacht in più. In confronto al 1988, primo anno preso in considerazione dall'analisi di SuperYacht Times, l'aumento è stato del 500%: 4821 superyacht in più, la media di 138 nuove costruzioni all'anno.
I principali proprietari hanno marchi italiani
Cipnes e UniOlbia hanno analizzato i dati di Superyachtfan.com, sito specializzato nella nautica di lusso che ogni anno pubblica SuperYacht Owners Database, in cui vengono pubblicati i dati sul valore e i proprietari dei superyacht mondiali.
Nel 2024, SuperYacht Owners Database ha censito 1564 superyacht, il 27% dell'intera flotta mondiale. Dall'elaborazione di Cipnes e UniOlbia è emerso che i 1564 superyacht hanno un valore di 76,6 miliardi di dollari. Le nazioni con il più alto numero di proprietari sono, considerando le prime cinque posizioni, Stati Uniti (475 proprietari), Russia (118), Regno Unito (118), Italia (81) e Germania (55). Di un certo interesse per l'industria italiana è che i superyacht Made in Italy sono 286 su 1564, pari al 18% del totale.
Nella classifica, troviamo ai primi 5 posti: Benetti (81 superyacht) Perini Navi del gruppo The Italian Sea Group (45) Sanlorenzo (36) CRN del gruppo Ferretti (29) Overmarine (5).
I ricavi di refit
Oltre alla produzione di imbarcazioni, un altro segmento rilevante dell'industria nautica è quello del refit, rimessaggio e riparazioni delle imbarcazioni, la seconda voce della cantieristica nautica.
Secondo i dati di Confindustria Nautica, nel 2023 il fatturato è stato di 495 milioni di euro (+17,8% sul 2022). I ricavi vengono interamente prodotti in Italia, ma la maggioranza dei servizi è effettuata per imbarcazioni estere, con 269,9 milioni di ricavi (54% del totale), a sua volta suddivisi in 148.4 milioni per imbarcazioni extra Ue e 121,4 milioni per imbarcazioni Ue. I ricavi per imbarcazioni italiane hanno generato ricavi per 225,7 milioni (46% del totale).
La produzione di motori e accessori
Ci sono poi altri due comparti dell'industria nautica che completano il quadro. Il comparto degli accessori ha superato i 2 miliardi di euro di ricavi nel 2023 , di cui 1,59 mld di euro dalla produzione nazionale, che a sua volta per il 36% è destinata all'estero. Il comparto dei motori ha avuto ricavi per 613 milioni nel 2023, di cui l'87% destinato al mercato estero.
Come visto in precedenza, la somma dei ricavi della cantieristica nautica (produzione e refit) e della produzione di accessori e motori ha raggiunto gli 8,3 miliardi nel 2023.
Gli occupati delle società che producono
Secondo i dati di Confindustria Nautica, gli occupati diretti in Italia della costruzione di navi sono 14.800 nel 2023, numero che sale a 16.890 considerando anche gli addetti esterni.
Complessivamente, considerando occupati diretti e indiretti e tutti i segmenti (costruzione, refit, accessori, motori) l'industria nautica italiana occupava 30.690 persone nel 2023, con un incremento del 7% sul 2022.
I territori italiani dell'industria nautica
Secondo i dati di Confindustria Nautica, i territori principali dell'industria nautica italiana sono 5: il Polo produttivo dell’Alto Mediterraneo (province di Genova, Livorno, La Spezia, Massa-Carrara, Lucca e Pisa) il Distretto adriatico" (province di Ravenna, Rimini, Forlì-Cesena, Pesaro-Urbino e Ancona) la regione Lombardia la provincia di Napoli la provincia di Torino.
Nel Polo produttivo Alto Mediterraneo opera il 22% delle imprese italiane della cantieristica nautica (208 aziende), c'è il l 31% degli addetti del settore (6.122 addetti) e viene generato il 51% del fatturato (3 miliardi di euro).
Nel Distretto adriatico opera il 10% delle imprese (95 aziende), c'è il 20% degli occupati (3956 addetti) e viene generato il 26% del fatturato (1,5 miliardi).
Nella regione Lombardia opera quasi l'11% delle imprese (100 aziende), c'è oltre il 7% degli occupati (1459 addetti) e viene generato l'8% del fatturato (464 milioni).
Nella provincia di Napoli operano 78 imprese (8%) con 1.716 addetti (9%) per un fatturato di 153,6 milioni (quasi 3%) Nella provincia di Torino le imprese solo 10 con 357 addetti (1,8% del totale nazionale) per un fatturato di generano 76,6 milioni (poco più dell'1% del fatturato totale del settore).
L'industria navale italiana
L'industria navale italiana è distinta dall'industria nautica per il focus sulla costruzione di grandi navi, come navi da crociera e militari. Secondo i dati dell'Istat elaborati da Cipnes e UniOlbia, nel 2023 l'industria navale ha registrato ricavi per 4,92 miliardi.
Il segmento più importante è quello della costruzione di navi da crociera, che ha raggiunto 3,95 miliardi, in calo del 23% sul 2022 e in aumento del 412,5% sul 2013.
Il segmento "altro" della cantieristica navale - che comprende, solo per fare alcuni esempi, pescherecci, altre navi, infrastutture offsshore - ha registrato ricavi per 978 milioni, in calo del 2,2% sul 2022 e in aumento del 196% sul 2013.
Le principali società dell'industria navale
Fincantieri, con sede a Trieste, è la principale società italiana dell'industria navale e leader mondiale con il 40% della quota e 126 navi costruite dal 1990, un terzo della flotta oggi in esercizio. Secondo i bilanci analizzati da Cipnes e UniOlbia, nel 2023 Fincantieri ha raggiunto 7,65 miliardi di ricavi, in aumento del 2,8% sul 2022.
L'EBITDA è stato di 397 milioni. L'EBITDA margin è stato del 5.2%. La quota di controllo di Fincantieri è della Cassa Depositi e Prestiti. L'AD è Pierroberto Folgiero. La costruzione di navi è il segmento principale di Fincantieri, con 6,12 miliardi, pari all'80% del fatturato complessivo.
La costruzione di navi da crociera
Nello specifico, la costruzione di navi da crociera ha avuto ricavi per 4 miliardi e la costruzione di quelle militari 2 miliardi. Nel 2023, Fincantieri ha consegnato 11 navi, di cui 6 da crociera e 5 militari, e ha ricevuto nuovi ordini per 6,6 miliardi.
Secondo il Cruise Ship Orderbook, Fincantieri ha in consegna 5 navi nel 2024, 6 nel 2025, 7 nel 2026, 5 nel 2027, 4 nel 2028, 5 nel 2029 e 4 nel 2030; complessivamente, 36 navi programmate fino al 2024, confermando così la sua leadership mondiale.
I ricavi di vendite all'estero di Fincantieri sono stati pari a 6,26 miliardi (87% del totale) e quelli in Italia pari a 1,39 miliardi (17%).
Altre società che operano nella cantieristica navale, in particolare per la costruzione di navi da crociera, sono De Wave, con ricavi per 271 milioni nel 2023, e T.Mariotti, parte del gruppo Genova Industrie Navali, con 139,6 milioni di ricavi nel 2023.
L'export di navi da crociera
Come per i superyacht, anche nella produzione italiana di navi da crociera viene assorbita in larghissima misura all'estero. Secondo i dati di Istat-Ice analizzati da Cipnes e UniOlbia, nel 2023 l'Italia ha esportato "navi e strutture galleggianti" per un valore di 5,1 miliardi di euro, in diminuzione del 14,3% sul 2022 e in aumento del 360% sul 2013.
L'industria nautica della Sardegna
Secondo il report di Cipnes e UniOlbia del 2024, il settore nautico in Sardegna rappresenta la quinta "azienda" per fatturato, con un giro d'affari complessivo di 403 milioni di euro nel 2023, di cui 55 milioni derivano dalla costruzione di nuove imarcazioni.
L'export dell'isola ha raggiunto i 26 milioni di euro, mentre il settore dà lavoro a 2.250 addetti diretti. Il recente debutto in Borsa di Novamarine ha ulteriormente consolidato l'importanza del settore nella regione.
Olbia distretto della nautica
Olbia è il principale distretto della nautica in Sardegna, con 90 società operanti nell'area di sviluppo del Cipnes Gallura e oltre 500 dipendenti.
Fra le prime 5 aziende in Sardegna per la costruzione di imbarcazioni, ben 3 sono a Olbia: Novamarine con 20,9 milioni di ricavi nel 2023 M.Y.I. (Maori Yacht) con 15,2 milioni Tender One (G-Tender) con 3,5 milioni
Costa Smeralda destinazione mondiale superyacht
Secondo lo studio realizzato da Cipnes Gallura e UniOlbia, la destinazione Costa Smeralda è una delle principali al mondo per i superyacht. Tra il 2018 e il 2023, considerando solo i mesi di giugno, luglio e agosto, nel tratto di mare fra Porto Cervo e Porto Rotondo sono stati registrati complessivamente 16.624 yacht con una lunghezza superiore a 24 metri.
L'analisi dei dati della lista di Superyachtfan, ha permesso a Cipnes e UniOlbia di identificare 326 superyacht per un valore cumulato di 16,4 miliardi di dollari, pari al 21% del valore della flotta mondiale.
Gli ingegneri navali
L'industria nautica e navale, dunque, è una delle più performanti dell'Italia, consolidando e innovando la secolare tradizione marinaresca del Paese. Per mantenere competitivo questo settore è necessario - oltre alla grande capacità imprenditoriale - avere figure professionali con competenze settoriale ed elevati: in particolare, gli ingegneri navali e nautici e gli yacht designer.
Secondo i dati di Almalaurea consultati da Cipnes e UniOlbia, il numero dei laureati in Ingegneria navale (laurea magistrale) è stato di 144 nel 2023, in forte rialzo rispetto agli anni precedenti ma comunque ancora inferiore al picco del 2018 con 180 laureati.
Il corso di laurea a Olbia
La crescita dell'industria nautica e navale ha aumentato la domanda di ingegneri navali, al momento non sufficiente alle esigenze del sistema produttivo. Per questa ragione è stato istituito a Olbia il nuovo corso di laurea in Ingegneria Navale.
Il corso, offerto dall'Università di Cagliari con il supporto del consorzio UniOlbia, il sostegno del Comune di Olbia e il finanziamento della Regione Sardegna, punta a formare professionisti capaci di rispondere alle richieste del sistema produttivo di Olbia, che ne ha chiesto la nascita, ma in prospettiva di tutta la Sardegna e del resto d'Italia. Le lezioni, partite il 30 settembre 2024 nella sede ex Sep a Olbia, vedono la partecipazione di quasi 40 immatricolati.